• Mostre

    Elio Ticca – BLOODY CHEQUE

    4 – 22 dicembre 2019

    Scheda tecnica:

    Tele

    1. Kinderszen – gioco infantile #1 (Maria Antonietta). Olio su tela, 80 x 60 x 3,8 cm

    2. Kinderszen – gioco infantile #2 (Ludwig II). Olio su tela, 80 x 60 x 3,8 cm

    3. Kinderszen – gioco infantile #3 (Nicola II). Olio su tela, 80 x 60 x 3,8 cm

    4. Kinderszen – gioco infantile #4 (Sissi). Olio su tela, 80 x 60 x 3,8 cm

    5. Kinderszen – gioco infantile #5 (Enrico IV). Olio su tela, 80 x 60 x 3,8 cm

    Installazioni e sculture

    1. Santiago. Conchiglia, stucco, olio su tela. 9,5 x 11 x 1,8 cm

    2. La spada nella roccia. Spada d’acciaio, Set doccia, 95 x 20 x 5 cm

    3. APelle. Filo d’acciaio, schiuma poliuretanica, cotone, frecce. Dimensioni variabili

    foto Marco Fronteddu

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    Elio Ticca (Nuoro, 1988) vive e lavora a Bruxelles.

    Laureato presso l’università IUAV di Venezia e alla University of Leeds, in Regno Unito, l’artista esplora le relazioni che intercorrono tra linguaggi artistici storici e contemporanei. Le sue opere sono dialoghi visivi citazionisti, imprevedibili, talvolta ironici. Tali omaggi alterano la matrice, e intendono suscitare riflessioni sull’idea di autenticità e contraffazione. Le sue opere rileggono e reinterpretano pilastri concettuali quali l’autografia e l’autorialità, attraverso un meditato processo di camuffamento e invenzione. Filo rosso del suo lavoro è, inoltre, lo studio della rappresentazione dell’espressività emotiva nella storia dell’arte, facendola incontrare con diversi linguaggi artistici contemporanei.

    www.candidecitoalice.com   www.arcadia-now.com

  • Mostre

    Roberto Follesa – Unheimlich

    13 – 22 novembre 2019

    Scheda tecnica: senza titolo, olio su carta, cm70x100, 2019; senza titolo, olio su carta, cm70x100, 2019; senza titolo, olio su tela, cm50x60, 2018; senza titolo, olio su tela, cm120x140, 2019; senza titolo, dittico, olio su tela, cm60x80 cadauno, 2019; senza titolo, olio su tela, cm160x190, 2016.

    presentazione Sebastiano Giacobello

  • Mostre

    Salvatore Esposito – …dentro la pittura…

    9 – 25 ottobre 2019

    Opere in mostra (pastelli su carta): 
    a capo marrargiu, cm 82x61, 1966
    a capo marrargiu, cm 87x66, 2001
    a capo marrargiu con de Filippi, cm 94x64, 1971
    a capo marrargiu con Trotta, cm 82x72, 1973
    a capo marrargiu con Staccioli, cm 98x68, 1973
    verso capo marrargiu, cm 94x64, 1975
    verso capo marrargiu, cm 100x70, 1973
    nel sole subacqueo, cm 94x69, 2010
    momento subacqueo, grafite su carta, cm 94x65, 1964
    alle vasche con Marina, cm 99x68, 1988
    subacquea, cm 90x70, 1966
    subacquea, cm 91x70, 1969
    subacquea, cm 100x71, 1969
    subacquea, cm 90x65, 1984
    subacquea, cm 100x70, 1994
    subacquea, cm 80x60, 1999
    
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    Salvatore Esposito (Gallipoli 1937) vive e lavora a Milano ed Alghero.
  • Mostre

    Linda Schrank – SWOOP

    14 giugno – 5 luglio 2019

    Scheda tecnica: Gallegiante series #1, collage, cm25,4×25,4, 2018 – Gallegiante series #2, collage, cm25,4×25,4, 2018 – Gallegiante series #3, collage, cm25,4×25,4, 2018 – Gallegiante series #5, collage, cm23x18, 2019 – Swoop, olio e acrilico su carta, cm51x51, 2018 – Swerve, olio e acrilico su carta, cm51x51, 2019 – Swing, olio e shellac ink su carta, cm51x51, 2018 – Skew, olio e acrilico su carta, cm51x51, 2019 – Tilt, olio e acrilico su lino, cm94x94, 2019 – Time is a Circle, olio e acrilico su lino, cm94x94, 2019 – Topple, olio e acrilico su lino, cm94x94, 2019 – Thinking of T, olio e acrilico su lino, cm94x94,2019 

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    Linda Schrank ha esposto a livello nazionale e internazionale dal 1978. Il suo lavoro è incluso in importanti collezioni private, aziendali e pubbliche, tra cui il Brooklyn Museum; Museum of Fine Arts, Boston; Boston Public Library; Houghton Library, Harvard University; Libreria del Congresso; Rose Art Museum, Brandeis University; Università di Princeton; Minneapolis Institute of Arts; Museo della Ceramica, Torgiano, Italia; Museo Regionale della Ceramica, Deruta, Italia; Istituto Pratt; Rochester Institute of Technology; American University, Washington, DC; Il Museo Internazionale della Donna in Arte, Abruzzo, Italia; La Morgan Library and Museum; La biblioteca pubblica di New York; Università di Houston; Università dello Iowa; Smith College Museum of Art.

    www.lindaschrank.com

    Foto di Barbara Pau

  • Mostre

    Pietruccia Bassu – Solo uso decorativo

    8 – 24 maggio 2019

    Scheda tecnica: Installazione dimensione ambiente: 3 lastre verticali di lamiera cm210x75, grano per semina, piatti rotti, 312 bomboniere di tulle, video.

    La sua poetica rinnova il senso di appartenenza ad una tradizione, ad una storia, elaborando progetti sul senso di continuità e di riappropriazione della memoria.

    L’idea di fondo è quella di ritrovare nelle pratiche e nei linguaggi del contemporaneo la possibilità di tramandare gesti, tecniche, particolari che appartengono alla tradizione dell’Isola e a quella della sua famiglia in particolare.

    L’artista sassarese appartiene a quella corrente che intravede nell’arte contemporanea la possibilità di preservare i dati antropologici, le consuetudini, i ricordi delle generazioni passate, utilizzando l’arte come archivio, deposito di tracce. Si serve di diverse tendenze espressive, dal video all’installazione avvalendosi di oggetti dall’alto contenuto simbolico che nelle sue opere assumono modalità estetiche e concettuali nuove. Ha realizzato diverse mostre personali e collettive.

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    Pietruccia Bassu nasce a Sassari (1969) e si forma all’Accademia di Belle Arti della sua città.

  • Mostre

    GIANNI CASAGRANDE – Le cose devono cambiare

    5 – 19 aprile 2019

    Scheda tecnica: n. 21 acrilici su tela: 1- I have not seen you since I was born,cm30x30, 2018; 2- Path, cm20x20, 2013; 3- The sick pilot, cm24x24, 2019; 4- The gift was the book, cm40x30, 2019; 5- Blackboard, cm80x80, 2012; 6- Common cause, cm50x40, 2019; 7- Stronger than you, cm30x30, 2015; 8- The others, cm20x20, 2014; 9- Common cause, cm29,5×20, 2019; 10- A message to all of you, cm60x60, 2018; 1 – A better mother, cm40x40, 2018; 12- They answered you, cm30x30, 2018; 13- Relativity, cm40x50, 2017; 14- Handbook, cm30x40, 2016; 15- Feeding Charlie, cm30x30, 2017; 16- Things have to change, cm30x30, 2018; 17- When they start to sing, dittico, cm16x29 ciascuno, 2018; 18- Lifesaver, cm30x15, 2018; 19- Let me see, cm20x30, 2019; 20- All green lights, dittico, cm18x24 ciascuno, 2011; 21- The deserters, cm20x20, 2014.

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    Gianni Casagrande è nato a Nuoro nel 1963, dove vive e lavora.

    Autodidatta, disegna da quando aveva due anni.

    Nel 1999, la progettazione della stesura di un film basato su una propria sceneggiatura diventa l’occasione per la sua prima mostra presentata a Nuoro nel 2004 col titolo “Seguite la guerra su questa mappa del mondo in proiezione Mercatore“.

    Da allora non ha più smesso di disegnare dedicandosi esclusivamente alla pittura.

    https://giannicasagrande.homefabrik.com/

  • Mostre

    Ruggero Baragliu – FADE OUT

    8 – 22 marzo 2019

    Scheda tecnica: n.3 oli su tela cm60x80 2018-19, n.1 olio su tela cm100x120 2018, n.4 acrilico su tela cm24x30 2016, n.1 olio su tela cm24x30 2016, n.1 olio su tela cm40x50 2018; FADE OUT installazione: n.8 elementi in mdf sagomato dipinto ad olio, dimensioni variabili

    FADE OUT, immagini in dissolvenza, ci parla di come ricordi di momenti vissuti consciamente o catturati distrattamente dagli occhi durante il nostro vivere quotidiano si cumulino e confondano nella memoria, per riemergere a lembi sotto nuove forme.

    Nella nostra epoca, dove la modernità è personificata dalla velocità dello scorrere di tutto, del tempo, dei paesaggi urbani intravisti dai finestrini del metrò, della musica diffusa da un cellulare o da un’auto in corsa, di una rapida pausa pranzo in un locale affollato, di un succinto sms, l’occhio cattura meccanicamente ogni istante della giornata rimandando a momenti futuri l’atto dell’analisi e della consapevolezza.

    Nell’assorbimento acritico di tutte queste immagini ed attività del quotidiano perdiamo di vista cosa è vero e cosa non lo è.

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    testo critico Fabio Vito Lacertosa

    Ruggero Baragliu (Nuoro 1987),vive e lavora tra Nuoro e Torino.

    È tra i fondatori, insieme a Samuele Pigliapochi e Angelo Spatola, dello spazio indipendente torinese IDEMStudio.

    La sua ricerca muove dalla decostruzione dell’immagine, qualunque sia il soggetto, fino a giungere ad una sintesi formale della stessa.

    L’immagine spogliata fino ad ottenerne la struttura portante, è riconfigurata in altra scena possibile non meno reale o falsa dell’originale.

    La lenta dissoluzione di un’immagine data permette la creazione di un’altra, originaria e pura.

    Tra le mostre più recenti:

    LACERTO, presso Galleria Alessio Moitre a Torino (2018);

    ARIA CONDIZIONATA,presso IDEMStudio a Torino (2018);

    PROGRESSIVE, presso Edicola Radetzky a Milano (2019);

    TARAPIA TAPIOCO, preso IDEMStudio (2019).

    Instagram/ruggerobaragliu

    foto Barbara Pau, Marco Fronteddu

  • Mostre

    Andrea Colombu – Linee d’ombra

    27 febbraio – 1 marzo 2019

    Scheda tecnica: 24 fogli di carta nera, screpolante e penna bianca.

    Lungo l’intera parete della galleria 24 ombre si susseguono una uguale all’altra salvo per dei segni di matita bianca localizzati nella testa.

    Non sappiamo se stiamo guardando l’ombra di noi stessi o i nostri compagni, conoscenti, sconosciuti incontrati per caso.

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    Andrea Colombu, nasce a Cagliari nel 1973 dove, tutt’oggi, vive e lavora.
    Frequenta il Liceo Artistico Statale “Foiso Fois” di Cagliari.
    Diplomatosi, a metà degli anni ’90, si trasferisce a Perugia, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”. I primi lavori sono di quel decennio, e le tematiche iniziali che li caratterizzano risentono fortemente dell’influenza della pittura gestuale, e si rifanno a movimenti artistici come l’Arte Informale.
    Mentre la ricerca formale lo spinge nello studio delle geometrie più pure, la contaminazione dell’arte concettuale lo porta a sposare l’idea del contenuto simbolico.
    Gli ultimi anni del decennio, lo vedono nella piena sperimentazione dei materiali. Carta, pietra, ferro, carbone, gesso e inchiostro.
    Terminati gli studi accademici, nel 2000 abbandona completamente l’uso della materia per affrontare nuove tecniche e processi compositivi, come la fotografia e la grafica vettoriale, spesso supportate dal disegno.
    Processi quotidiani che assumono un carattere meditativo e introspettivo, nell’osservazione della società contemporanea.
    www.instagram.com/unodelmacabro

    foto Marco Fronteddu, Andrea Colombu

  • Mostre

    Stefano Serusi – Nuragic alliance

    6 – 22 febbraio 2019

    Scheda tecnica: Forno, wall painting, 2019, dimensioe ambiente; Nuragic alliance, 6 sgabelli di ferro laccati, 2018, altezza cm 35,5, diametro cm 3; Paese bianco, plastico: cartone vegetale, pittura murale e vernice acrilica, 2017, dimensioni variabili; Umbraghe, viscosa colorata, 2018, cm 245×195.

    La mostra Nuragic alliance riunisce le testimonianze di alcuni luoghi di riunione tipici della cultura sarda, con il fine di analizzare l’importanza degli spazi di confronto nella costruzione di una comunità.

    Paese bianco è un plastico che evoca i tratti principali delle chiese campestri, che in Sardegna sono in alcuni casi sorte negli stessi siti di santuari nuragici. Sì è prodotta quindi una convivenza di architetture di epoche diverse, che possono così essere messe a confronto, come le capanne nuragiche, le cui sedute fisse seguono il perimetro interno, e gli spazi aperti attorno alla chiesa, che, anche grazie alla versatilità di panche e sedie facilmente spostabili, si adattano a diverse forme di riunione. La ricerca sul colore, evidente nelle diverse opere in mostra, proviene da una diretta campionatura dei colori presenti nel documentario di Fiorenzo Serra “La novena” (1967), che racconta i giorni di festa presso alcuni santuari sardi, i novenari.

    L’immagine della riunione in cerchio priva di gerarchie apparenti, tipica dei contesti nuragici, è presente anche nella disposizione di un gruppo di sgabelli disegnati a partire da quelli riprodotti in miniatura nei bronzetti votivi. L’installazione invita implicitamente il pubblico a sedersi, creando quindi all’interno della mostra uno spazio fisico per dialogare. In una parete è dipinta la sagoma rosa di un grande forno: un altro dei momenti comunitari fondamentale per i sardi è infatti quello della produzione del pane, che si caratterizza per l’uso di forni in muratura particolarmente elaborati.

    L’insieme di questi elementi (gli sgabelli, il forno, il tavolo su cui si sviluppa il plastico) può essere visto come il riferimento ad un unico spazio interno, come la cucina di un immaginario museo etnografico, mentre un telo sospeso rimanda a quelli che negli spazi aperti si utilizzano per creare isole d’ombra: un altro perimetro entro il quale, ancora una volta, incontrarsi.

    foto Barbara Pau, Marco Fronteddu

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    Stefano Serusi (Alghero 1980) vive e lavora a Milano. Confrontatosi sin dall’inizio del suo percorso con spazi molto connotati, il suo lavoro si è sviluppato quasi naturalmente in interventi site specific, nei quali oggetti e opere installative possono concorrere ad una narrazione. Tra le mostre collettive più recenti: “Teatrum Botanicum”, PAV, Torino (2016) e “Progetto Città Ideale presenta Edicola Radetzky”, al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2016). Tra le mostre personali: “MVS€0”, presso Display (Parma, 2018), “Sleeping giant”, presso Museo Casa Manno (Alghero, 2017). A Milano è tra i fondatori di Edicola Radetzky.

    https://serusi.tumblr.com/

     

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    Alberto Marci – Fame d’aria

    16 – 25  gennaio 2019

    Scheda tecnica: THE WAY OUT IS THROUGH, 2019, Pittura, calcografia e serigrafia su cotone, 150 x 700 cm; FAME D’ARIA #3, 2019, Serigrafia e impressione manuale su plastilina, 20×20 cm, 3 pezzi; HALO 1/3, 2019, Audio stereo, 130” circa

    sinossi

    Tu: non ci riuscirai, non sei mai stato bravo (così bravo).

    Io: spiegami, allora, come sono arrivato fino a te.

    Tu: ti ci ho portato io, prima che ti fermassi.

    Io: “non ti fermi mai” dicevi.

    Tu: credevo fosse normale ricordarti.

    Io: e lasciarmi qui a metà strada, invece?

    Tu: Non ti ho mai portato più in là di dove meritassi.

    Io: non sono mai andato più avanti di dove volessi.

    scarica il catalogo: Alberto Marci – Fame d’aria

    Biografia: Alberto Marci (Cagliari 1985) ha compiuto gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze nella sezione Grafica d’Arte. La sua formazione nell’ambito delle problematiche della sperimentazione e dei linguaggi incisori e’ avvenuta nell’atelier Casa Falconieri, dove dal 1999 al 2009 partecipa ai master di sperimentazione e ricerca. Presentato alla fiera d’arte Estampa, nella sezione giovani di Casa Falconieri dal 2004 al 2009, nel 2004 e nel 2005, ottiene due borse di studio della Fundaciòn CIEC. Artista segnalato nell’edizione 2006 del “premio di grafica Pietro Parigi”. Nel 2008 e nel 2009 partecipa alle residenze sul libro d’artista “Reinventare gli Spazi” e “Laboratorio dell’Inquietudine” alla Fondazione Stazione dell’Arte a Ulassai, Sardegna. Presentato da Casa Falconieri al festival “IKASART II” 2010 a Bilbao. Nel 2010 è fruitore di una borsa Master & Back della Regione Sardegna. Artista invitato per il “1° Encuentro Alfara-CIEC” allo studio Alfara a Salamanca. Selezionato, in coppia con Maria Penela, per le residenze artistiche della “Bienal de Cerveira” in Portogallo. Attualmente sviluppa il proprio lavoro di ricerca e parallelamente si dedica all’insegnamento delle tecniche di stampa e all’editoria per altri artisti. Ha partecipato a varie mostre collettive, le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private italiane e straniere.

    www.albertomarci.com