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    GIANNI CASAGRANDE – Le cose devono cambiare

    5 – 19 aprile 2019

    Scheda tecnica: n. 21 acrilici su tela: 1- I have not seen you since I was born,cm30x30, 2018; 2- Path, cm20x20, 2013; 3- The sick pilot, cm24x24, 2019; 4- The gift was the book, cm40x30, 2019; 5- Blackboard, cm80x80, 2012; 6- Common cause, cm50x40, 2019; 7- Stronger than you, cm30x30, 2015; 8- The others, cm20x20, 2014; 9- Common cause, cm29,5×20, 2019; 10- A message to all of you, cm60x60, 2018; 1 – A better mother, cm40x40, 2018; 12- They answered you, cm30x30, 2018; 13- Relativity, cm40x50, 2017; 14- Handbook, cm30x40, 2016; 15- Feeding Charlie, cm30x30, 2017; 16- Things have to change, cm30x30, 2018; 17- When they start to sing, dittico, cm16x29 ciascuno, 2018; 18- Lifesaver, cm30x15, 2018; 19- Let me see, cm20x30, 2019; 20- All green lights, dittico, cm18x24 ciascuno, 2011; 21- The deserters, cm20x20, 2014.

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    Gianni Casagrande è nato a Nuoro nel 1963, dove vive e lavora.

    Autodidatta, disegna da quando aveva due anni.

    Nel 1999, la progettazione della stesura di un film basato su una propria sceneggiatura diventa l’occasione per la sua prima mostra presentata a Nuoro nel 2004 col titolo “Seguite la guerra su questa mappa del mondo in proiezione Mercatore“.

    Da allora non ha più smesso di disegnare dedicandosi esclusivamente alla pittura.

    https://giannicasagrande.homefabrik.com/

  • Mostre

    Ruggero Baragliu – FADE OUT

    8 – 22 marzo 2019

    Scheda tecnica: n.3 oli su tela cm60x80 2018-19, n.1 olio su tela cm100x120 2018, n.4 acrilico su tela cm24x30 2016, n.1 olio su tela cm24x30 2016, n.1 olio su tela cm40x50 2018; FADE OUT installazione: n.8 elementi in mdf sagomato dipinto ad olio, dimensioni variabili

    FADE OUT, immagini in dissolvenza, ci parla di come ricordi di momenti vissuti consciamente o catturati distrattamente dagli occhi durante il nostro vivere quotidiano si cumulino e confondano nella memoria, per riemergere a lembi sotto nuove forme.

    Nella nostra epoca, dove la modernità è personificata dalla velocità dello scorrere di tutto, del tempo, dei paesaggi urbani intravisti dai finestrini del metrò, della musica diffusa da un cellulare o da un’auto in corsa, di una rapida pausa pranzo in un locale affollato, di un succinto sms, l’occhio cattura meccanicamente ogni istante della giornata rimandando a momenti futuri l’atto dell’analisi e della consapevolezza.

    Nell’assorbimento acritico di tutte queste immagini ed attività del quotidiano perdiamo di vista cosa è vero e cosa non lo è.

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    testo critico Fabio Vito Lacertosa

    Ruggero Baragliu (Nuoro 1987),vive e lavora tra Nuoro e Torino.

    È tra i fondatori, insieme a Samuele Pigliapochi e Angelo Spatola, dello spazio indipendente torinese IDEMStudio.

    La sua ricerca muove dalla decostruzione dell’immagine, qualunque sia il soggetto, fino a giungere ad una sintesi formale della stessa.

    L’immagine spogliata fino ad ottenerne la struttura portante, è riconfigurata in altra scena possibile non meno reale o falsa dell’originale.

    La lenta dissoluzione di un’immagine data permette la creazione di un’altra, originaria e pura.

    Tra le mostre più recenti:

    LACERTO, presso Galleria Alessio Moitre a Torino (2018);

    ARIA CONDIZIONATA,presso IDEMStudio a Torino (2018);

    PROGRESSIVE, presso Edicola Radetzky a Milano (2019);

    TARAPIA TAPIOCO, preso IDEMStudio (2019).

    Instagram/ruggerobaragliu

    foto Barbara Pau, Marco Fronteddu

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    Andrea Colombu – Linee d’ombra

    27 febbraio – 1 marzo 2019

    Scheda tecnica: 24 fogli di carta nera, screpolante e penna bianca.

    Lungo l’intera parete della galleria 24 ombre si susseguono una uguale all’altra salvo per dei segni di matita bianca localizzati nella testa.

    Non sappiamo se stiamo guardando l’ombra di noi stessi o i nostri compagni, conoscenti, sconosciuti incontrati per caso.

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    Andrea Colombu, nasce a Cagliari nel 1973 dove, tutt’oggi, vive e lavora.
    Frequenta il Liceo Artistico Statale “Foiso Fois” di Cagliari.
    Diplomatosi, a metà degli anni ’90, si trasferisce a Perugia, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”. I primi lavori sono di quel decennio, e le tematiche iniziali che li caratterizzano risentono fortemente dell’influenza della pittura gestuale, e si rifanno a movimenti artistici come l’Arte Informale.
    Mentre la ricerca formale lo spinge nello studio delle geometrie più pure, la contaminazione dell’arte concettuale lo porta a sposare l’idea del contenuto simbolico.
    Gli ultimi anni del decennio, lo vedono nella piena sperimentazione dei materiali. Carta, pietra, ferro, carbone, gesso e inchiostro.
    Terminati gli studi accademici, nel 2000 abbandona completamente l’uso della materia per affrontare nuove tecniche e processi compositivi, come la fotografia e la grafica vettoriale, spesso supportate dal disegno.
    Processi quotidiani che assumono un carattere meditativo e introspettivo, nell’osservazione della società contemporanea.
    www.instagram.com/unodelmacabro

    foto Marco Fronteddu, Andrea Colombu

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    Stefano Serusi – Nuragic alliance

    6 – 22 febbraio 2019

    Scheda tecnica: Forno, wall painting, 2019, dimensioe ambiente; Nuragic alliance, 6 sgabelli di ferro laccati, 2018, altezza cm 35,5, diametro cm 3; Paese bianco, plastico: cartone vegetale, pittura murale e vernice acrilica, 2017, dimensioni variabili; Umbraghe, viscosa colorata, 2018, cm 245×195.

    La mostra Nuragic alliance riunisce le testimonianze di alcuni luoghi di riunione tipici della cultura sarda, con il fine di analizzare l’importanza degli spazi di confronto nella costruzione di una comunità.

    Paese bianco è un plastico che evoca i tratti principali delle chiese campestri, che in Sardegna sono in alcuni casi sorte negli stessi siti di santuari nuragici. Sì è prodotta quindi una convivenza di architetture di epoche diverse, che possono così essere messe a confronto, come le capanne nuragiche, le cui sedute fisse seguono il perimetro interno, e gli spazi aperti attorno alla chiesa, che, anche grazie alla versatilità di panche e sedie facilmente spostabili, si adattano a diverse forme di riunione. La ricerca sul colore, evidente nelle diverse opere in mostra, proviene da una diretta campionatura dei colori presenti nel documentario di Fiorenzo Serra “La novena” (1967), che racconta i giorni di festa presso alcuni santuari sardi, i novenari.

    L’immagine della riunione in cerchio priva di gerarchie apparenti, tipica dei contesti nuragici, è presente anche nella disposizione di un gruppo di sgabelli disegnati a partire da quelli riprodotti in miniatura nei bronzetti votivi. L’installazione invita implicitamente il pubblico a sedersi, creando quindi all’interno della mostra uno spazio fisico per dialogare. In una parete è dipinta la sagoma rosa di un grande forno: un altro dei momenti comunitari fondamentale per i sardi è infatti quello della produzione del pane, che si caratterizza per l’uso di forni in muratura particolarmente elaborati.

    L’insieme di questi elementi (gli sgabelli, il forno, il tavolo su cui si sviluppa il plastico) può essere visto come il riferimento ad un unico spazio interno, come la cucina di un immaginario museo etnografico, mentre un telo sospeso rimanda a quelli che negli spazi aperti si utilizzano per creare isole d’ombra: un altro perimetro entro il quale, ancora una volta, incontrarsi.

    foto Barbara Pau, Marco Fronteddu

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    Stefano Serusi (Alghero 1980) vive e lavora a Milano. Confrontatosi sin dall’inizio del suo percorso con spazi molto connotati, il suo lavoro si è sviluppato quasi naturalmente in interventi site specific, nei quali oggetti e opere installative possono concorrere ad una narrazione. Tra le mostre collettive più recenti: “Teatrum Botanicum”, PAV, Torino (2016) e “Progetto Città Ideale presenta Edicola Radetzky”, al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2016). Tra le mostre personali: “MVS€0”, presso Display (Parma, 2018), “Sleeping giant”, presso Museo Casa Manno (Alghero, 2017). A Milano è tra i fondatori di Edicola Radetzky.

    https://serusi.tumblr.com/

     

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    Alberto Marci – Fame d’aria

    16 – 25  gennaio 2019

    Scheda tecnica: THE WAY OUT IS THROUGH, 2019, Pittura, calcografia e serigrafia su cotone, 150 x 700 cm; FAME D’ARIA #3, 2019, Serigrafia e impressione manuale su plastilina, 20×20 cm, 3 pezzi; HALO 1/3, 2019, Audio stereo, 130” circa

    sinossi

    Tu: non ci riuscirai, non sei mai stato bravo (così bravo).

    Io: spiegami, allora, come sono arrivato fino a te.

    Tu: ti ci ho portato io, prima che ti fermassi.

    Io: “non ti fermi mai” dicevi.

    Tu: credevo fosse normale ricordarti.

    Io: e lasciarmi qui a metà strada, invece?

    Tu: Non ti ho mai portato più in là di dove meritassi.

    Io: non sono mai andato più avanti di dove volessi.

    scarica il catalogo: Alberto Marci – Fame d’aria

    Biografia: Alberto Marci (Cagliari 1985) ha compiuto gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze nella sezione Grafica d’Arte. La sua formazione nell’ambito delle problematiche della sperimentazione e dei linguaggi incisori e’ avvenuta nell’atelier Casa Falconieri, dove dal 1999 al 2009 partecipa ai master di sperimentazione e ricerca. Presentato alla fiera d’arte Estampa, nella sezione giovani di Casa Falconieri dal 2004 al 2009, nel 2004 e nel 2005, ottiene due borse di studio della Fundaciòn CIEC. Artista segnalato nell’edizione 2006 del “premio di grafica Pietro Parigi”. Nel 2008 e nel 2009 partecipa alle residenze sul libro d’artista “Reinventare gli Spazi” e “Laboratorio dell’Inquietudine” alla Fondazione Stazione dell’Arte a Ulassai, Sardegna. Presentato da Casa Falconieri al festival “IKASART II” 2010 a Bilbao. Nel 2010 è fruitore di una borsa Master & Back della Regione Sardegna. Artista invitato per il “1° Encuentro Alfara-CIEC” allo studio Alfara a Salamanca. Selezionato, in coppia con Maria Penela, per le residenze artistiche della “Bienal de Cerveira” in Portogallo. Attualmente sviluppa il proprio lavoro di ricerca e parallelamente si dedica all’insegnamento delle tecniche di stampa e all’editoria per altri artisti. Ha partecipato a varie mostre collettive, le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private italiane e straniere.

    www.albertomarci.com

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    L’Artista Regala

    27 – 29 dicembre 2018

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    Scheda tecnica:

    Lucio Pozzi, Difraction, acrilico su flashe su tavola, n.2 opere, cm30,5×22,8×2,2, 2016

    Lorenza Sannai, acrilico su pannello, Rientro cm15,2×15,2,4, Regola, Destinato, Fenomeno cm15,2×15,2×2,4  2017, Doppio Peso, Clinamen cm50,8×40,6,2,2, Scarti dell’equilibrio cm40,6×30,5×2,2, 2018

    Linda Schrenk, Il barone rampante, archival pigment print   5/10, n.6 cm150x50  2015.

    Lynn Umlauf, Senza titolo, rete metallica, plexiglas, foglio di acetato, cavo metallico, 2000

    Adriano Orrù, Sarabande sketches, contrabasso, 27.12.2018 ore 19,40

    Giacomo Salis & Marco Ferrazza, Improvvisazione, percussioni e musca elettronica, 28.12.2018 ore 20,00

    L’artista regala è un appuntamento annuale che cade subito dopo le feste di natale e si chiude con l’ultimo giorno dell’anno

    Questo anno, dal 27 al 29 dicembre, 7 artisti vi regaleranno un momento della loro ricerca poetica.

    Lucio Pozzi, Lorenza Sannai, Linda Schrank, Lynn Umlauf con le loro immagini, Adriano Orrù il 27 dicembre dalle ore 19,40 con il suo contrabasso, Marco Ferrazza e Giacomo Salis il 28 dicembre dalle ore 20,00 con musica elettronica e percussioni.

    scarica il catalogo

    www.luciopozzi.com  www.lorenzasannai.com  www.lindaschrank.comwww.lynnumlauf.com   www.adrianoorru.com  salis & ferrazza duo

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    Zaza Calzia – Una danza per gli occhi

    21 Settembre – 6 Ottobre 2017

    Scheda tecnica: n. 25 collage su tavola 15x15cm del 2016-17,  collage e acrilico su cartone composto da 5 elementi 72,5x103cm 1982, n.19 acrilici e collage su tela 15x15cm 2017, n.1 acrilico e collage su tela 90x100cm 2004.


    Una serie di opere, collage e occhi-burka che abbracciano 30 anni di produzione di Zaza Calzia, si confrontano nella mostra in corso a Cagliari in via Mameli 187 presso spazio E_EMME.

    I collage, tecnica utilizzata dall’artista a partire dagli anni 60, vengono combinati con la pittura per costruire piani e spazi in movimento grazie all’intuizione dell’uso della carta stampata dei giornali. I frammenti delle parole stampate, ridotte a puro segno, sollecitano e costringeno l’occhio a viaggiare sulla superfice dell’opera con ritmi serrati, introducendo la quarta dimensione, il tempo, sulla  superficie bidimensionale.

    Col tempo l’artista ha rarefatto le superfici dei collage  cercando, dentro i piani  continui di colore, il ritmo del respiro.

    I frammenti di carta, intuizioni ed emozioni , hanno occupato piccole dimensioni traendo forza espressiva dall’utilizzo sapiente del supporto bianco della carta,  il colore che, per istinto,  gli uomini identificano col nulla per la facilità con cui ogni cambiamento viene rilevato.

    Dagli acrilici scuri e mossi, lavorati con pennellate cariche di pathos ed energia, emergono, come divinità arcaiche, vigili occhi di donne, indagatori e straordinariamente sereni, pieni di un sapere che si perde nella notte dei tempi.

    Enigmatici non offrono soluzioni lasciandoci avvicendare/alternare/vagare tra l’anelito della ricerca nel caos e l’illusione di una definizione di equilibrio.

    Se gli “occhi” di zaza si affacciano su mondi caotici dai movimenti vorticosi, il panorama che osservano con espressione fidente e curiosa è una danza: danza per gli occhi e per la vita.


    Biografia: Zaza Calzia (Cagliari 1932), vive e lavora a Roma.

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    Vincenzo Grosso – Faber Sapiens

    16 Maggio – 1 Giugno 2018

    Scheda tecnica: n.9 olio su tela, n.1 olio su tela, n.5 tecnica mista su masonite, n.1 olio su mds, n.2 incisioni su carta, n.2 tecnica mista su stratificazione murale staccata di aerosol-art.


    20 lavori che risvegliano ricordi ancestrali ed interrogativi sul ruolo dell’homo sapiens,  inseguiti dall’alba della sua coscienza/conoscienza.

    Scarica il catalogo: Vincenzo Grosso – Faber Sapiens

    Biografia: Vincenzo Grosso (Nuoro 1977) vive e lavora tra Nuoro e Berlino. Si interessa all’Arte di strada e inizia la sua esperienza nelle superfici della sua città. Si diploma in oreficeria all’Istituto d’Arte di Nuoro. Nello stesso anno parte per Firenze dove si diploma all’Accademia di Belle Arti. Dal 2004 frequenta la S.I.S.S. Toscana dove consegue l’abilitazione all’insegnamento delle Discipline Pittoriche. Dal 2005 al 2009 insegna presso l’Istituto d’Arte di Nuoro e collabora per la realizzazione di eventi ed interventi artistici nella sua regione e in alcune città Italiane.

    Nel 2010 parte per Berlino dove lavora per due anni e collabora con Xlab Gallery, focalizzando la propria attenzione sulle post architetture e le possibili conseguenze degli eccessi del mondo moderno. E ́invitato alla 54 Biennale di Venezia nel Padiglione della sua Regione.
    Oltre a partecipare a premi, fiere d’arte ed esposizioni, lavora con cinque artisti al progetto SEUNA LAB di Nuoro, affinché diventi luogo di scambio condivisione.
    Nel 2011 passa tre mesi a Londra nel programma di residenza MAN-GASWORKS Nel 2012 é invitato in Casa Falconieri dove segue il laboratorio di ricerca “Segni del paesaggio urbano”. Prosegue la sperimentazione di grafica e stampa alla BBK Künstlerhaus Bethanien di Berlino, dove tuttora collabora. Nel 2013 lavora attivamente alla nascita di nuovo show-room Studio, nella capitale Tedesca. È selezionato tra gli artisti della A.P.T. Global Collection.

    Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.

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    Tonino Casula – Attento a dove metti gli occhi

    14 Febbraio – 2 Marzo 2018

    Scheda tecnica: n.1 vernice da carrozziere (nitroacrilico) su masonite sagomata, cm120x90x20, 1970, n.1 vernice da carroziere su forex, cm80x90 1985, n.2 televisori, n.40 occhiali 3D blu rosso per film, n.73 tra diafanie, anaglifi, cortronici bidimensionali e 3D datati dal 1989 al 2017.


    In esposizione un selezione dei lavori video-scultura-musica degli ultimi 30 anni, dalle  Diafanie, agli Anaglifi e Cortronici  2D e 3D, opere video caratterizzate dall’impiego della musica contemporanea e non solo.

    È un’occasione per approfondire, o conoscere per la prima volta, la ricerca di quest’artista straordinario e riflettere sulle implicazioni tra la scienza, tecnologia e arte, arte figurativa e arte sonora.

    Scarica il catalogo: Tonino Casula – Attento a dove metti gli occhi

    Biografia: Tonino Casula (Seulo 1931) è un artista e saggista italiano. È stato tra i fondatori del Gruppo Transazionale nel 1966 assieme a Ugo Ugo, Italo Utzeri e Ermanno Leinardi.

    Dagli anni ‘60, per uscire dai linguaggi tradizionali, fa uso di strumenti e materiali inconsueti (pistole a spruzzo e vernice dei carrozzieri, pvc, plexiglass…). Negli anni dal 1990 al 1993, servendosi del computer, crea le diafanie che utilizza anche nell’ambito dello spettaccolo (teatro, danza, musica…). Negli anni 1990 e successivi, sempre col computer, crea i cortronici. Da maestro elementare, innova l’insegnamento dell’arte astratta nelle scuole elementari. Ha pubblicato per Einaudi Impare l’arte, Il libro dei segni, Tra vedere e non vedere, Vedere e sapere, nonché I testi iconici per Mondadori, Taccuini per il Capitello, Leggere l’immagine per Fabbri editori (numero monografico di Parlare et scrivere oggi), Linguaggi visivi, Storia dell’arte, Psicologia della percezione per Multigrafia editrice, Arte per la didattica per Vita e pensiero, La costruzione del desiderio per Città Studio Edizioni.

    Vive e lavora a Cagliari.

    Homepagewww.toninocasula.net

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    Igino Panzino – Realtà Aumentata

    23 Marzo – 6 Aprile 2018

    Scheda tecnica: n. 13 fotografie ritagliate e ricomposte su forex.


    “Realtà aumentata” è il titolo della mostra che comprende un nucleo di opere realizzate da Igino Panzino negli ultimi 3 anni, lavori ottenuti rielaborando scatti fotografici di diversa natura, in certi casi di particolari, tratti dal suo archivio, scomposti in tessere che vengono  ricomposte e posizionate su diversi piani.

    Si tratta di lavori di impianto metalinguistico per parlare dei quali  si è pensato di coinvolgere una pluralità di opinioni.

    E’ stata quindi richiesta la collaborazione di fotografi, curatori, professori di estetica e di storia dell’arte, artisti, per allestire una mostra che sfuggisse ad un unico punto di osservazione e aderisse maggiormente allo spirito suggerito dai lavori in esposizione.

    Ogni immagine ha dunque una sua appendice costituita da un testo che non è e non vuole essere soltanto una didascalia ma, al pari dei tasselli fotografici che la compongono, contribuisce alla definizione dell’opera o forse, e lo speriamo, alla rivelazione della completa indefinitezza dei suoi confini.

    In questa maniera la stessa mostra sfugge/comprende dal/la definizione di installazione, esposizione, work in progress, laboratorio collettivo, mischiando generi con intelligenza ed ironia e ponendo interrogativi sulla stessa semantica utilizzata nel campo dell’arte.

    Insomma destrutturando le nostre conoscenze e riferimenti Panzino ci invita ad abbracciare il nuovo secolo ed usare il nostro vissuto per indagare presente e futuro con occhi sempre aperti e curiosi.   

    Scarica il catalogoIgino Panzino – Realtà Aumentata

    Igino Panzino (Sassari 1951)  vive e lavora a Sassari. Ha compiuto gli studi presso l’Istituto Statale d’Arte di Sassari, animato– sotto la direzione di Mauro Manca – da un vivace clima di discussione e di ricerca. Cresciuto nel momento fortemente ideologizzato dei tardi anni Sessanta, inizia la sua attività espositiva nei primi anni settanta muovendo dall’idea di un’opera d’arte intesa come prodotto di un linguaggio peculiare ed autonomo, dotato di infinite possibilità espressive, con la realizzazione di strutture tridimensionali dal carattere neocostruttivista di deciso impianto progettuale, distinte da un’esibita manualità. Negli stessi anni aderisce al Gruppo della Rosa (formazione di orientamento concettuale, ideata da Aldo Contini),dove approfondisce una scelta di indagine incentrata sulla messa in evidenza dei procedimenti e dei mezzi linguistici.

    Dagli anni Ottanta si dedica alla pittura, con una particolare attenzione all’acquerello ed al disegno, dapprima trasferendo sulla tela la limpida geometria delle precedenti strutture plastiche, in seguito puntando su effetti texture di genere analitico che mantengono una evidente impostazione progettuale, seppure ammorbidita dalla gestualità delle tecniche utilizzate. La dimensione progettuale, presenza costante nella sua attività, risolta in scultura nelle sue più recenti opere, tende attualmente a sconfinare nell’ambiente in seguito alla collaborazione con architetti con i quali ha realizzato diversi lavori pubblici distribuiti in varie località della Sardegna. In questo momento realizza dei lavori nei quali opera una trasformazione della fotografia in oggetto plastico.

    Ha insegnato dal 1969 al 2002 al Liceo Artistico di Cagliari e negli Istituti d’Arte di Sassari, Alghero, Valenza Po e Roma. Ha esposto in Italia e all’estero in spazi pubblici e privati. Attualmente vive e lavora a Sassari.